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Gheddafi morto: ecco il video della cattura e della morte del rais

E’ morto Muhammar Gheddafi e con lui è morta la dittatura in Libia. Muore l’ex leader libico, colui che per ben 41 anni ha reso schiavo un paese,calpestando e violando i più elementari diritti umani, arrivando perfino ad attaccare il suo stesso popolo.Muore il rais, tra urla, riprese dai cellulari e beffe pubbliche; Ferito e senza speranza di uscirne vivo, da quella massa di gente, che voleva solo riprendersi la libertà perduta e dimenticata, Gheddafi grida: “Non sparate” . Chissà se avranno urlato cosi, anche tutte quelle persone barbaramente uccise dagli uomini del rais.

E’ un nuovo giorno oggi, la Nato dichiara finita la missione in Libia, e il Cnt assicura che non è stato dato l’ordine di sparare, ma l’esecuzione sommaria è arrivata dai suoi stessi sostenitori e da forze rivali; La Libia rinasce oggi e scende in strada esultando “Allah è grande”. La libertà è uno status sconosciuto al popolo arabo, che ha sempre vissuto nel silenzio e nel terrore e quel ragazzo di 20 anni che porta in mano la pistola d’oro del rais, è diventato il simbolo di libertà, quella stessa libertà da tempo perduta.

Il giorno dopo della rinascita libica, ci si domanda se è giusto e corretto dare vita ad una cultura democratica, ponendo fine ad una dittatura nel peggiore dei modi. Il mondo arabo ma non solo, è diviso in due. Twitter, Facebook e comunque sul web non mancano i commenti su come è avvenuta l’esecuzione di Gheddafi. Braccato, beffato, colpito, calpestato, umiliato, ferito e poi ucciso: doveva morire cosi Gheddafi?

I commenti dei politici non sono mancati, dal Presidente degli Stati Uniti,Barack Obama:  “Con la sua morte si pone fine ad un doloroso capitolo”, al nostro presidente Giorgio Napolitano: “Si chiude una pagina drammatica e si costruisce un paese nuovo”. E tra chi vorrebbe mandare a casa i clandestini libici e chi invece vede in Gheddafi un vero rivoluzionario e leader,si pone fine ad una dittatura ferita, stanca e tradita dai suoi stessi sostenitori.