Sabina Began, indagini sulla casa da 1,4 milioni che le regalò Berlusconi
Sabina Began, torna a far parlare di sè, l’Ape regina di Silvio Berlusconi, intervistata dal quotidiano La Repubblica, ha affrontato la questione riguardante la casa romana in cui attualmente vive in via Baccina, nel quartiere Monti, dopo che due procure della Repubblica stanno indagando riguardo a questa villa di 1,4 milioni di euro, che sarebbe stata regalata da Berlusconi alla Began. “La colpa è la vostra. Guardate sempre tutto con l’odio” si è difesa la Began “E non capite che in questa storia c’entra soltanto l’amore. Un amore puro. (…) Riciclaggio? Ma quello è un regalo” ha detto.
La casa in realtà sarebbe sotto il controllo della magistratura poichè sarebbe stata regalata alla Began da Berlusconi nell’ottobre del 2011 pochi giorni dopo che la donna aveva ricevuto l’avviso di garanzia in cui veniva accusata di aver procurato le escort a Silvio Berlusconi “Allora, cominciamo a dire che questa storia delle escort è una follia” ha spiegato la Began “come ho già detto, io ero innamorata di, come lo chiamate voi? Ecco. Io lo chiamo semplicemente Silvio. Per lui avevo rinunciato anche a George Clooney, figuriamoci se potevo portare delle escort. Però non capisco cosa c’entri la storia della casa.”
La Began ha smentito in ogni modo che quella villa da 1,4 milioni di euro possa essere stata una sorta di “tangente” da parte di Berlusconi per pagare il suo silenzio “Ma figuriamoci! Un regalo e basta!” è sbottata l’Ape Regina “Lo conosco da quasi dieci anni, sono legata a lui da un affetto enorme. Voi vi chiedete perché un fidanzato fa un regalo alla fidanzata, un padre a una figlia, uno zio a una nipote? Il nostro è un rapporto di questo tipo, ma figuriamoci se poteva mai entrarci un processo. O per caso questa cosa di Bari. Non è giusto chiedere spiegazioni su un atto di amore. E comunque queste cose non le voglio dire, cioè non voglio proprio parlare, perché è giusto che parli il mio avvocato, insomma lui può spiegare bene tutto quanto. È opportuno che io non dica niente.”