Eva Henger soffre di claustrofobia e attacchi di panico

Eva Henger con il marito Massimiliano Caroletti nel giorno delle nozze - Foto: Facebook
Eva Henger soffre di claustrofobia e attacchi di panico da quando è morto il suo ex marito Riccardo Schicchi. La 44enne ex attrice a luci rosse, conduttrice televisiva e cantante ungherese naturalizzata italiana ha svelato queste sue paure durante un’intervista rilasciata a The Real su Tv 8. Sposata dal 2013 con Massimiliano Caroletti, l’ex diva di film per adulti ha parlato anche della sua famiglia d’origine e di alcuni lavori svolti prima di diventare famosa e popolare nel nostro Paese.

L’ex conduttrice tv di Paperissima Sprint Eva Henger ha spiegato che la sua fobia è stata provocata da un aspetto ben preciso: “Ho fatto un grosso sbaglio nella mia vita. Quando è mancato Riccardo (Schicchi, suo ex marito, ndr) sono rimasta a vedere la chiusura della bara. Son rimasta lì fino all’ultimo. Una settimana dopo il funerale, mentre ero in macchina, cominciai a sentire un dolore fortissimo alla testa. Non capivo se stessi per morire per ictus o infarto, sudavo freddo e avevo paura. Mi hanno poi detto che si trattava di un attacco di panico. Gli psicologi mi hanno spiegato che ci si immedesima nella persona chiusa nella bara. Spesso mi capita di sudare freddo o avere attacchi di claustrofobia in ascensore. E’ brutto convivere con questa cosa”.
Poi ha ricordato la sua difficile e travagliata infanzia e adolescenza: “Ero una bambina introversa. La mia famiglia d’infanzia era dispersa, anche per gli svariati matrimoni di mio padre: ha avuto cinque matrimoni e otto figli da mogli diverse. Ma non li ho potuti vivere i miei fratelli perché mio padre non lasciava un bel ricordo quando se ne andava e altre mamme non ci facevano frequentare tra di noi. Son stata una figlia unica senza alcun punto di riferimento”.
Prima di diventare modella e attrice hard, Eva ha rivelato di aver svolto altri lavori: “Ho fatto tanti lavori, sono molto curiosa. Tanti non lo sanno, ma durante gli studi ho lavorato in un ospedale come aiuto infermiera. Mi piaceva anche tanto. Praticamente vivevo in ospedale. Son stata per un anno nel reparto maschile degli interni e c’erano i vecchietti. Gli ultimi sei mesi li ho passati nel reparto di chirurgia infantile e lì poi ho lasciato…”.