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Trattativa Stato-mafia, Luigi Di Maio: “Grazie ai magistrati di Palermo che hanno lavorato per la verità”

Luigi Di Maio - Foto: Facebook

Trattativa Stato-mafia, il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha pubblicamente ringraziato i magistrati di Palermo perché hanno lavorato per la verità. Il politico pentastellato ha scritto questo messaggio sul suo profilo Twitter subito dopo la sentenza della Corte d’assise di Palermo. Dopo 5 anni e 6 mesi di processo, i giudici hanno dunque accolto la ricostruzione della procura sulla stagione del 1992-1993.

Luigi Di Maio – Foto: Facebook

Per la Trattativa Stato-mafia e le stragi di mafia sono stati condannati a dodici anni gli ex generali Mario Mori e Antonio Subranni e l’ex senatore nonché co-fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, a otto anni l’ex colonnello Giuseppe De Donno, a ventotto anni il boss Leoluca Bagarella. Assolto l’ex ministro Nicola Mancino, perché il fatto non sussiste. Massimo Ciancimino, il supertestimone del processo, è stato condannato a 8 anni per calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, è stato invece assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Prescrizione per il pentito Giovanni Brusca.

Il pm Nino Di Matteo ha parlato di una sentenza storica. “Ora abbiamo la certezza che la trattativa ci fu – ha detto Di Matteo – La corte ha avuto la certezza e la consapevolezza che mentre in Italia esplodevano le bombe nel ’92 e nel ’93 qualche esponente dello Stato trattava con Cosa nostra e trasmetteva la minaccia di Cosa nostra ai governi in carica. E questo è un accertamento importantissimo, che credo renda un grosso contributo di chiarezza del contesto in cui sono avvenute le stragi. Contesto criminale e purtroppo istituzionale e politico. Ci sono spunti per proseguire le indagini su quella stagione”. Per poi aggiungere: “Prima si era messa in correlazione Cosa nostra con il Silvio Berlusconi imprenditore, adesso questa sentenza per la prima volta la mette in correlazione col Berlusconi politico – ha sottolineato il pm – Le minacce subite attraverso dell’Utri non risulta che il governo Berlusconi le abbia mai denunciate e Dell’Utri ha veicolato tutto. I rapporti di Cosa nostra con Berlusconi vanno dunque oltre il ’92”.