Dpcm del Governo Conte contro il Covid-19 slitta a venerdì: zona rossa per Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta
Dpcm del capo del Governo, Giuseppe Conte, contro il Covid-19 è slittato a venerdì 6 novembre e resterà in vigore fino al 3 dicembre. Con il nuovo decreto del presidente del Consiglio torna l’autocertificazione. Il documento è stato firmato per limitare la diffusione del nuovo Coronavirus, prevedendo una divisione in tre zone dell’Italia in base a tre fasce di rischio contagio. Non ci saranno più zone verdi.

Dpcm del Governo Conte: torna l’autocertificazione
L’autocertificazione servirà nelle zone gialla, arancione e rossa per spostarsi dopo il coprifuoco che scatta in tutta Italia alle 22 a partire dal 6 novembre. Se lo spostamento è legato a un’urgenza non si deve indicare il nominativo delle persona da cui si va per motivi di privacy. Il modulo servirà inoltre per entrare e uscire nelle regioni in zona rossa per comprovate esigenze lavorative, per motivi di salute e per altri motivi ammessi dalle vigenti normative.
Il modulo di autocertificazione è già disponibile sul sito del Viminale ed è lo stesso che era stato predisposto in occasione del Dpcm del 24 ottobre e già utilizzabile per le ordinanze in vigore nelle Regioni dove era stato stabilito il coprifuoco. Si tratta di un modello standard – che avranno a disposizione tutte le pattuglie delle forze di polizia – dove i cittadini dovranno indicare i motivi dello spostamento. I controlli verranno fatti a campione e chi non riuscirà a dimostrare il motivo indicato nell’autocertificazione, verrà denunciato.
Le Regioni rosse, arancioni e gialle
Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta rientrano nelle zone rosse (ad alto rischio), Puglia e Sicilia fanno parte di quella arancione (intermedio) e tutte le altre in quella gialla (con criticità moderata), cioè Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Toscana, Molise, Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia, le province autonome di Trento e Bolzano.
Durante la conferenza stampa di stasera, il premier Giuseppe Conte ha dichiarato: “Se introducessimo misure uniche in tutta Italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c’è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave. Non ci sono territori che possono sottrarsi alle misure restrittive, la pandemia corre ovunque”.
Per poi aggiungere: “Le ordinanze del ministro della Salute non saranno arbitrarie o discrezionali perché recepiranno l’esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente con i rappresentanti delle Regioni”.
Conte ha sottolineato: “Il virus sta circolando in tutta Europa, in modo forte anche violento. L’indice Rt è aumentato fino a 1,7, si tratta di una media nazionale in alcune regioni è più alto. E’ vero, sale il numero degli asintomatici, diminuisce il numero dei pazienti in terapia intensiva, ma è vero che il numeri complessivi sono in costante aumento e comportano un’alta probabilità che molte regioni superino le soglie critiche delle terapie intensive già nelle prossime settimane e vadano in difficoltà. Dobbiamo necessariamente intervenire per rallentare la corsa del virus”.
Le misure per le Regioni gialle
Oltre al coprifuoco che scatterà dalle 22 fino alle 5 di mattina, si indicano misure nazionali che riguardano la didattica a distanza al 100 per cento per le superiori, la chiusura di musei e sale bingo, la sospensione di mostre e concorsi pubblici e privati. Cambia poi la capienza sui trasporti pubblici che dovrà essere al 50%. Queste sono le regole che valgo in tutta Italia e nello specifico per le regioni inserite nella fascia gialla.
Le misure per le Regioni arancioni
Cambia qualcosa per le regioni arancioni, ossia Puglia e Sicilia. Restano chiusi bar e ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie. Bloccata la mobilità fra aree.
Le misure per le Regioni rosse
Nelle zone di massima gravità, quelle rosse, ossia Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta, è vietato “ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”, salvo per comprovate esigenze di lavoro, salute e scuola. La didattica a distanza sarà già dalla seconda media fino alle superiori, compresa l’università ad eccezione delle matricole e le attività di laboratorio. “La scuola deve essere un presidio, quindi tra quelle misure il fatto di mandare in Dad degli studenti è un fatto che pesa molto al governo. E appena la curva rientrerà sotto controllo una delle prime misure sarà restituire la didattica in presenza a quanti più alunni possibili”, ha spiegato il presidente del Consiglio.