Morto Stefano D’Orazio dei Pooh, Dagospia: “Aveva una malattia del sistema immunitario e aveva contratto il Covid-19”

Stefano D'Orazio dei Pooh - Foto: Twitter
Ieri è morto Stefano D’Orazio dei Pooh. Un grandissimo artista e “Signore” della musica italiana. La notizia della morte del celebre cantante e batterista ha scosso l’intero Paese ed è stata diffusa dal suo amico, Bobo Craxi, su Twitter. Il noto politico ed ex sottosegretario di Stato agli affari esteri con delega ai rapporti con l’ONU nel secondo governo Prodi ha scritto: “Stefano amico mio. Suona e scrivi anche lassù. Ciao!”.

D’Orazio lascia la moglie Tiziana Giardoni, sposata mediante rito civile il 12 settembre 2017, giorno del suo sessantanovesimo compleanno, con la quale conviveva dal 2007.
Subito dopo la notizia della tragica scomparsa di Stefano D’Orazio sono iniziate a circolare una serie di indiscrezioni sulle cause della sua morte. Loretta Goggi durante la puntata di ieri di Tale e Quale Show ha dichiarato in diretta tv: “Stefano aveva una malattia pregressa e il Covid ha colpito ancora”.
Dagospia ha rivelato: “Stefano D’Orazio aveva una malattia del Sistema Immunitario che non gli ha dato scampo. Una malattia autoimmune contro la quale combatteva da anni. Il problema è sempre quello: se sistema immunitario è compromesso, il rischio di morire una volta contratto il Covid-19 aumenta molto, spesso in modo inesorabile”.
Stefano D’Orazio: il messaggio dei Pooh
I Pooh hanno scritto su Facebook: “Stefano ci ha lasciato due ore fa. Era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia. Abbiamo perso un fratello – hanno aggiunto -, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Red, Dodi, Riccardo”.
Stefano D’Orazio: il ricordo di Bobo Craxi
Bobo Craxi ha ricordato così l’amico ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format ‘I Lunatici’. “Io lo conoscevo da trent’anni, ma negli ultimi venti ci siamo anche molto frequentati, nel periodo in cui lui ha un po’ abbandonato la carriera artistica piena – ha aggiunto Craxi – Non rinnegava affatto la cosa di essere uno dei Pooh, ma aveva tentato anche una via diversa, sapendo che nell’arte è importante essere poliedrici. Amava molto scrivere, si ritirava a Pantelleria e scriveva. I Pooh sono stati e sono il gruppo musicale più conclamato e più amato per la loro verve. Stefano ha sofferto molto il distacco da quell’esperienza, ma ha maturato anche l’idea di essere un uomo capace di fare altro. Era il motore del gruppo, quando hanno ripreso a fare alcune cose un paio d’anni fa, ha accettato di farlo di buon grado. Doveva molto ai Pooh”.
Per poi aggiungere: “Io ho dato la notizia, pensando che fosse già pubblica, non mi sono neanche posto il problema in sé… è come se avessi scritto un messaggio in una bottiglia. Sono scosso perché quando è stato ricoverato si pensava che potesse reagire alle cure che gli avevano somministrato, ho sempre pensato che comunque alla fine era un uomo forte e giovanile. Aveva una grande capacità di aggredire i problemi – ha proseguito Craxi – era un uomo capace di risolvere i problemi, da questo punto di vista non era un artista, che spesso sono abbastanza stravaganti, era un uomo molto concreto. Aveva una romanità diversa, passatemi questo, non era fatalista. Aveva vissuto lungamente al nord, viveva a Bergamo, aveva applicato tutta una cultura manageriale alla sua professione, era una specie di perno nella compagnia. Stefano era ricoverato da qualche giorno, aveva problemi di salute”.