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Damiano David dei Maneskin affossa Beppe Grillo: “È stupro anche se viene denunciato dopo otto giorni”

Damiano David dei Maneskin ha affossato il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che nel suo delirante e vergognoso sfogo social ha preso le difese di suo figlio Ciro Grillo, accusato insieme ad altri tre suoi amici di violenza sessuale di gruppo, utilizzando frasi al quanto scandalose e aberranti. Le associazioni e i movimenti che difendono le vittime di violenza contro le donne hanno giustamente e duramente condannato il video shock del leader politico del M5S.

Damiano David dei Maneskin – Foto: Instagram

Tantissimi politici, giornalisti, personaggi famosi e non solo hanno duramente stigmatizzato le dichiarazioni shock di Beppe Grillo.

Il frontman 22enne della band vincitrice del Festival di Sanremo 2021 nelle sue IG Stories ha dichiarato: “Non sono io il pubblico ministero, e non sta a me giudicare l’innocenza o la colpevolezza, quello lo farà chi di dovere. Io voglio soltanto parlare alle persone che avvalorano la tesi secondo la quale se uno stupro viene denunciato dopo otto giorni allora non era stupro. Non è così”.

Per poi concludere: “Ci sono persone, soprattutto donne che si rendono conto molto tempo dopo e trovano il coraggio di denunciare molto tempo dopo. Perché siamo abituati a pensare che molte cose siano legittime quando in realtà non lo sono e perché c’è un problema proprio di fondo e di educazione. Quindi vi prego di informarvi e di astenervi da dichiarazioni tanto disumane”.

La redazione dei genitori della ragazza

“Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante”. Con queste parole, rilasciate in esclusiva all’Adnkronos attraverso il loro legale Giulia Bongiorno, i genitori della ragazza italo-svedese che ha denunciato di essere stata stuprata, nel luglio del 2019 in Sardegna, da Ciro Grillo e da tre suoi amici.

Per poi concludere: “Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l’angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell’inedito”.