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Alessio Lo Passo infuriato contro certa stampa: “Basta sciacallaggio nei miei confronti, porcheria inaudita e oscena” [INTERVISTA]

Alessio Lo Passo è davvero infuriato e amareggiato contro certa stampa, che va a ripescare fatti di cronaca del passato per qualche click in più. Noi di IGOSSIP.it abbiamo raggiunto al telefono Alessio Lo Passo nella sua casa di Tenerife, dove ormai vive stabilmente con la sua compagna, Federica Pacela. È da ormai settimane sotto il tiro di alcuni “clickbite” che fanno riferimento a un periodo durissimo della sua vita. Si chiamano “clickbite” i titoli di articoli sensazionalisti che sui vari siti on line mirano ad attrarre l’attenzione del lettore e lo portano a leggere anche a lungo, prima di permettergli di capire che il titolo… era solo un trucco.

Alessio Lo Passo – Foto: Instagram

È quasi una prassi, ormai, ma nel caso di Lo Passo si è superata la misura: i “clickbite” che parlano di lui si riferiscono alla sua vicenda giudiziaria come se fosse attuale, invece è una vecchia questione, dolorosissima per Alessio che ha scontato una pena detentiva e un lungo periodo ai domiciliari. Lo abbiamo contattato per conoscere le sue reazioni.

Alessio Lo Passo in costume – Foto: IGOSSIP.it

Ciao Alessio, come stai?

Ciao ragazzi, saluto i vostri lettori. Sto bene, malgrado la tristezza per questa cosa oscena che sta accadendo. E vi ringrazio per l’attenzione che mi riservate e per la possibilità di chiarire.

Alcuni giornali on line ti dedicano invece un’attenzione di altro genere…

Sì, mi hanno avvisato dall’Italia e ho verificato. Da un paio di settimane, i titoli di certi giornali on line (o come vogliamo chiamare pagine simili) mi colpiscono spacciando per attualissima la mia vicenda giudiziaria risalente ad anni fa. Sette, per la precisione, e cinque da che è stata resa nota. È un’azione di una bassezza inaudita, perché negli articoli, partendo dalle calende greche a spiegare chi io sia per arrivare ai fatti che mi riguardarono, dopo infinite divagazioni… sono costretti a smentire il titolo. Intanto chi legge solo il titolo e non legge tutto l’articolo, fino in fondo, pensa che io sia un recidivo. Uno che ne ha combinata un’altra… e questo a un essere umano che ancora lotta contro certi ricordi e cerca d riabilitarsi e andare avanti, non si fa. A nessun uomo deve essere fatto quel che si sta facendo a me solo perché non si sa cosa scrivere, non si hanno contatti, contenuti o interviste recenti… ma quelle sono cose per chi si dà da fare e lavora, che non si limita al parassitismo del copia e incolla di notizie vecchie e magari frutto del lavoro altrui. E c’è chi va a ruota e copia e incolla a sua volta, diffondendo bufale e facendo a pezzi i malcapitati di turno. Senza riguardi, senza pietà e senza verità. È un vero schifo. Se non hanno materiale da pubblicare si diano da fare, invece di vendere pubblicità sulla pelle altrui. Con alcuni di questi giornali sono sempre stato disponibile a un’intervista e senza alcun compenso. Sono stato ricompensato così.

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Come vivi questa cosa?

Mi sento come si sentirebbe qualsiasi persona che abbia incassato una condanna (spropositata, tra l’altro, o non credo che avrei mai avuto i domiciliari) ne ha comunque scontato sino all’ultimo giorno la pena, e poi cerca di ricominciare la sua vita e un bel giorno legge certi “giornali” e rimettere on line la vicenda, con titoli che fanno pensare che la condanna sia cosa di ora. È una scorrettezza della quale il lettore può fregarsene, al massimo ha buttato via qualche minuto di inutile lettura preso in giro con piena volontà dal “giornale”, ma io no: io non posso fregarmene. Parlano della mia vita, del dramma della mia vita e di quella della mia famiglia. Mi fanno apparire come un avanzo di galera che ha reiterato un reato. E questa, mi dispiace, non è ignoranza sull’argomento o inconsapevolezza del danno morale e umano che mi si arreca: come stanno veramente le cose lo scrivono nello stesso articolo. Si tratta quindi di sciacallaggio consapevole sulla tragedia di un uomo.

Alessio Lo Passo in vacanza – Foto: IGOSSIP.it

Perché pensi lo facciano?

Non hanno né le capacità né il prestigio di trovarsi le notizie da soli, quindi copiano all’infinito l’uno dall’altro. O cambiano i testi di interviste sudate da altri, come ho potuto riscontrare più volte. Nel mio caso si legge addirittura: “Uomini e donne sotto shock: arrestati due tronisti”. Sono fuori dal programma da una vita, e chi lo segue ora non sa nemmeno chi io sia. Oppure “Maria De Filippi infuriata”. Ma per cosa? Titoli ingannatori, ma molto gravi per me. Come smentirli a questo punto è affar mio? Beh, non funziona così, e come funziona veramente verrà stabilito nelle sedi opportune. Un “clickbite” può essere innocuo, ma quando mira contro una persona che ha vissuto una tragedia, usandola, allora è altro.

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Cosa ti ferisce di più?

Si comportano in questo modo con gente come me. Con chi conta non si azzarderebbero. E questa come vogliamo chiamarla se non vigliaccheria? È professionalità una cosa del genere? Di quanto possa essere devastante per una persona vivere quel che io ho vissuto, se ne fregano. Hanno inchiostro da versare per riempire pagine piene di niente, a costo di ingannare il lettore sulla veridicità di quel che scrivono e fare a pezzi me, o chi come me. Ma avranno pure un direttore responsabile, o un titolare che renda conto di una simile condotta. Vedremo. Ho passato questi anni, dopo il carcere e i domiciliari, a cercare di guarire da un trauma che a volte penso sarà più forte di me, sino alla fine dei miei giorni. Notizie false di questo tipo fanno a pezzi un essere umano con un titolo fuorviante studiato a tavolino. È una porcheria inaudita arrecare un danno morale volontario, lo ribadisco, a una persona che sta tentando di riabilitarsi e portare avanti la sua vita. Lo Stato concede il diritto a riabilitarsi, lo concede il pensiero cristiano, ma questa gente invece lo impedisce con quattro articoli falsi, vuoti, e pure scritti coi piedi.

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Alessio Lo Passo per iGossip.it – Foto: Fabio Gianardi

Chiunque non sia noto, infatti, dopo una pena scontata sparisce e cerca di ricostruirsi una vita. Per un uomo famoso questo non vale, è così?

Famoso? Se lo fossi davvero quei “giornali” non si sarebbero permessi nulla di simile. Se lo permettono con i personaggi minori che hanno avuto una momentanea visibilità. Con gente come me. I famosi veri, le notizie false te le fanno rimangiare sputtanandoti sui giornali veri e chiedendoti i danni veri.

Pensi di sporgere denuncia?

Dovrei aspettare il prossimo giro, fra qualche anno, ogni volta che non sapranno cosa pubblicare e troveranno il mio nome in un fascicolo impolverato?

Cosa fa riemergere in te un momento come questo?

Riemergono momenti di una crudezza che non si possono nemmeno raccontare. Mi sono posto l’obiettivo di raccontare il carcere, e lo farò. La vicenda giudiziaria non la voglio più nemmeno nominare, è alle mie spalle. Ragioni o torti, non macinano più. Devo buttare fuori invece il dolore dei ricordi. Ho una natura introversa e quelli come me si macerano e si avvelenano lentamente. Spero di farmi del bene, scrivendo, ma soprattutto di farne a tante persone. Non voglio pensare a chi si è macchiato di reati più gravi e ha potuto riprendere a vivere solo perché non hanno fatto “Uomini e Donne”. Follia.

Cosa pensano la tua famiglia e la tua fidanzata di tutto questo?

Ho voluto tenere fuori la mia famiglia da tutto il possibile, sin dai tempi dell’arresto. Loro non seguono i giornali on line e non dirò loro niente. Hanno sofferto troppo, in silenzio e con dignità. Sono una famiglia normale e sana che la notorietà non l’ha mai cercata. Anzi, i miei genitori e i miei fratelli avrebbero desiderato non ne avessi avuta una io, col senno di poi. Avevo la mia vita, il mio lavoro, non mi mancava niente quando ho fatto i casting per “Uomini e Donne”… ma va detto che non c’era nemmeno una ragione per la quale le cose sarebbero dovute finire così male. Ho pagato per una serie di circostanze, anche per mia responsabilità, sarebbe da immaturo negarlo, ma poi tutto è andato veramente troppo oltre. È andata così e indietro non si torna, ma non voglio nemmeno arretrare continuamente perché per vendere pubblicità qualcuno possa fingere di fare il giornalista e massacri chi gli capita a tiro. Federica vive con me e fa i conti ogni giorno col mio passato. Per quanto mi sforzi, ho continue ricadute umorali: mi chiudo, perdo energie, ottimismo e senso del futuro. Capisco che questo sia solo l’eredità di quei giorni bruttissimi, perché ho tanto per cui essere felice: ho una donna che mi ama e che amo, una casa sul mare con lei, una famiglia bellissima. Non ho problemi e da quasi un anno ho anche la dolcezza di Mirtilla, il mio primo cagnolino. Lei è un esempio di quanto un’anima semplice possa essere felice in ogni momento, per ogni piccola cosa. È meravigliosa e mi ha aperto un mondo. Io invece non sono un’anima semplice. Lo vorrei.

Non riesci a dimenticare? Questo ti assorbe parte delle energie che vorresti usare per altro?

Sì, è così. Le ferite sono diventate cicatrici dentro di me. Corpi estranei. Fanno parte della mia vita, non di me, non di Alessio. Non trovo ancora – e non so se troverò mai – la serenità che mi permetta di considerare quel periodo della mia vita come un inciampo superato, come semplice “vita passata” anche se dolorosa. Chi scrive certi titoli on line se sapesse il male che mi sta facendo li scriverebbe lo stesso? Non lo so, forse, ma una cosa la so: non venir buttato in pasto ai giornali in questo modo strumentale, senza una ragione, dopo quanto ho passato è un mio diritto. Non ho ucciso nessuno, ho pagato il mio debito, adesso basta. Vi ringrazio molto per aver compreso la situazione a avermi dato la possibilità di dire ciò che sento. L’ho apprezzato davvero.