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Il principe Harry e lo scontro con il fratello William e il padre Carlo in occasione della morte della Regina

Il principe Harry ha avuto un duro scontro con il fratello William e il padre Carlo anche in occasione della morte della Regina Elisabetta II d’Inghilterra. Trema la corona inglese per le dichiarazioni, interviste e indiscrezioni shock svelate dal fratello minore del principe William. Il suo libro scandalo “Spare – il Minore”, esplosiva autobiografia scritta a quattro mani dal duca di Sussex assieme al premio Pulitzer americano J.R.Moehringer, è finalmente approdato in libreria mandando in tilt il Regno Unito e non solo.

Il principe William con la moglie Kate Middleton e il fratello Harry – Foto: Twitter

Il suo libro è già primo nella classifica dei bestseller su Amazon UK ed è destinato a diventare uno dei più venduti dell’anno.

Il libro narra a pagina 526 dell’edizione italiana di come Harry fu informato direttamente da Carlo del fatto che Elisabetta fosse ormai in agonia e invitato a dirle addio. Re Carlo ha infatti avvisato Harry della morte della Regina Elisabetta.

Ma anche come gli fu detto apertamente di non portare con sé la consorte Meghan Markle. Il principe scrive di aver mandato un messaggio “a Willy” per chiedergli se lui e Kate volessero volare insieme, le due coppie, da Londra in Scozia; e di non aver avuto “nessuna risposta”. Poi di aver ricevuto una seconda chiamata da “papà”: “disse che io ero il benvenuto a Balmoral, ma non voleva… lei (Meghan). Cominciò a esporre le sue ragioni, che erano insensate e irrispettose, e io non ne volli sapere”. Di qui la replica: “”Non parlare mai più di mia moglie in quel modo”. Carlo – prosegue Harry – “balbettò” parole di scuse, “spiegando che semplicemente non voleva molta gente attorno”; che “non veniva nessun’altra moglie. Kate non veniva… perciò nemmeno Meg sarebbe dovuta venire”. “Allora ti bastava dirlo”, tagliò infine corto il secondogenito.

Secondogenito che, scavando nelle memorie, non manca di soffermarsi inoltre sulla morte di Diana, sui tentativi giovanili di elaborare il lutto rivolgendosi persino a una medium o ripetendo nel tunnel dell’Alma di Parigi il percorso fatto dalla madre nel giorno fatale “alla stessa velocità”. Ma pure sulla convinzione che – per quanto non sia più a suo giudizio il caso d’indagare ancora – “non tutto” sia stato chiarito di quella tragedia.