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Roberto Vannacci contro i gay in tv: “Sono troppi, me li trovo sempre davanti”

Roberto Vannacci si è scagliato nuovamente contro i gay in tv in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano. La sua ossessione e battaglia contro i diritti lgbtqi+ va avanti da diversi anni e sta girando l’Italia per la promozione del suo libro. Di recente è stato anche promosso Capo di stato maggiore del comando delle forze operative terrestri/comando operativo esercito. Secondo Report è in odore di candidatura con la Lega di Matteo Salvini alle prossime elezioni europee anche se il Carroccio ha prontamente smentito lo scoop.

Roberto Vannacci – Foto: Facebook ufficiale

Il generale ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano: “Perché Netflix non approva rappresentazioni se al suo interno non ci sono omosessuali? Io ho amici omosessuali ma sono pochissimi, perché quando accendo la tv devo sempre trovarmeli davanti? Perché la Disney modifica i suoi cartoni animati e finanzia i gay pride? Vogliamo estinguerci? La procreazione sarà affidata alle provette?”.

E poi ancora: “Ho preso i dati da siti che ne vanno fieri. Sostengono che in prima serata il mondo non-etero è rappresentato dal 22% che contrasta col fatto che nella società è presente al 3,5%. C’è una regia. Ne parla un libro del 1989: la prima linea di sforzo è la desensibilizzazione, per vaccinare il mondo”.

Secondo lui, come scritto dal suo libro, c’è un piano per “inondare l’etere di messaggi omosessuali per desensibilizzare la società nei confronti della minaccia gay“.

Ha poi parlato di militari gay nell’Esercito italiano: “Se ci sono gay nell’esercito? Presumo ci siano. Se il 3,5% della popolazione non si riconosce nell’eterosessualità la stessa percentuale sarà nelle forze armate. Ma non indago. LGBT è una categoria protetta: ‘non normale’ si può dire a chiunque, ai carabinieri, agli armeni, e nessuno si lamenta; se lo si dice agli omosessuali arrivano le accuse di omofobia. Ecco il mondo al contrario”.

Inutile dire che queste dichiarazioni molto retrograde stanno scatenando un vespaio di polemiche sul web e sulla carta stampata.