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Del Naja filma Valentino: Artwork digitale girato in atelier firmato con Klingemann

Del Naja filma Valentino. Artwork digitale girato in atelier firmato con Klingemann. Nella prima parte del video digitale intitolato Code Temporal, girato da “3D”, alias Robert Del Naja e da Mario Klingemann, nell’atelier di Valentino, a Roma, nei mesi che hanno preceduto la preparazione della collezione di haute couture SS 2021, che ha sfilato pochi giorni fa nella Galleria di Palazzo Colonna, l’attenzione dei due artisti si è focalizzata sulle mani operose di sarte e ricamatrici. Sono immagini “nervose” ritmate dagli algoritmi di un computer, di braccia vestite da camici candidi, che srotolano con dolcezza infinita sete e chiffon.

Di altre braccia maschili stavolta, che dopo aver segnato delicatamente i tessuti con matite speciali, li tagliano con mano ferma alla perfezione. Di mani e dita femminili che amorevolmente cuciono piccoli punti sulle stoffe che cominciano a prendere la forma di un abito o di una cappa.

Una sequenza d’immagini talvolta ripetitive e sincopate, ritmate dalle note elettroniche che sembrano nascere anch’esse da algoritmi, eseguite dal gruppo musicale Massive Attack, co-fondato da Robert Del Naja, da molti indicato come il celebre e misterioso street artist britannico Banksy. Nella seconda parte del film artwork di Del Naja- Klingemann, che lavora con l’intelligenza artificiale, emergono i capi della sfilata appesi a manichini, ma in working progress di lavorazione: i cappotti fucsia e di eco-pelliccia d’oro a cui ancora mancano le maniche, gli abiti bianchi da completare, le cappe dal taglio perfetto ancora da doppiare. Terza e ultima parte i tessuti sembrano diventare materia organica, cellule vive.

La materia si decompone e si ricompone. I manichini si animano e sbattono le ciglia come robot umanizzati. L’art video esplora il processo stesso della collezione di haute couture, giocando con simmetrie tra i sistemi appresi, la trasgressione umana e l’apprendimento automatico. Con uno script fatto di brani assemblati come un collage, l’opera è stata filmata attraverso algoritmi di apprendimento automatico, montati da “reti neuronali” addestrate da Klingemann, artista che lavora con l’IA.