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Sanremo Giovani, la denuncia di Coordinamento Stage e Indies: “Monopolio delle Major straniere”

Sanremo Giovani è finito nel mirino del Coordinamento Stage e Indies a causa del monopolio delle Major straniere. La denuncia del Coordinamento nazionale delle Imprese, Lavoratori, Artisti, Musicisti, Tecnici ed Operatori del Settore Spettacolo Indipendente ha chiesto a gran voce un riequilibrio poiché ben 9 artisti finalisti su 12 sono delle tre principali multinazionali straniere.

Amadeus, Chiara Ferragni e Gianni Morandi con i cinque finalisti di Sanremo 2023 – Foto: Facebook

Sanremo Giovani: la lettera di denuncia del Coordinamento Stage e Indies

“Sanremo Giovani purtroppo prosegue ad essere il presidio delle tre multinazionali della discografia invece di essere un mare aperto per le proposte delle nuove generazioni che arrivano dal basso attraverso le autoproduzioni e le proposte delle piccole realtà musicali. Infatti, su 12 finalisti ben 9 sono nelle mani dirette delle multinazionali, un numero come sempre spropositato. Addirittura, torna ad essere, nuovamente, l’opportunità di rilancio di chi ha già avuto attraverso gli obsoleti talent tv una grande visibilità mediatica invece di andare a scovare in giro per l’Italia giovani proposte realmente innovative e fuori da ogni circuito”.

E poi ancora: “E’ un peccato perché si umilia il lavoro di migliaia di piccole realtà musicali che lavorano ogni giorno all’innovazione della musica del nostro paese e che capiscono benissimo di non avere alcuna chance di ingresso al Festival di Sanremo. Per questo abbiamo chiesto di creare in accordo con la Rai, il Festival di Sanremo e il Comune di Sanremo durante la settimana della kermesse una Piazza degli Indipendenti che possa presentare tutta la ricca realtà delle proposte musicali realizzate in quest’ultima stagione dalle piccole realtà creative e produttive musicali”.

Per poi asserire: “Ci auguriamo altresì che il Festival di Sanremo dedichi un’attenzione speciale agli Alluvionati della Romagna e alle sue realtà culturali e musicali omaggiando in diversi modi i 70 anni di Romagna Mia del grande Maestro Secondo Casadei , un brano che ha tenuto unita tutta la Romagna durante il post-alluvione, che compie quest’anno i suoi 70 anni dopo la sua prima incisione su disco nel 1954, e che è uno dei dieci brani italiani più conosciuti nel mondo. Ci auguriamo anche che durante il Festival di Sanremo vi sia una forte attenzione di fronte al gender gap così da colmare quel gap che vede, tra i tanti dati, solo 1 artista donna tra i primi 20 posti in classifica, che vede nelle classifiche dei primi 100 di Spotify una percentuale di musiciste pari solo al 15%, con solo l’8% di donne in ruoli da interpreti primarie, che vede secondo Billboard nei primi 100 brani in classifica una percentuale pari solo al 2,6% di produttrici e che scandalosamente non ha visto anno scorso nessuna donna nei primi cinque posti del Festival di Sanremo. Numeri che devono vedere una inversione di rotta nel prossimo Festival di Sanremo”.

E ancora: “L’auspicio è che attraverso ospiti, big, collegamenti e tanto altro si possa ritornare a una maggiore quota di artisti e band di aziende nazionali indipendenti del nostro paese, come accaduto nella prima edizione gestita da Amadeus, anche segnalando con scritte in sovraimpressione la presenza di tutta la filiera creativa e produttiva italiana prima della presentazione del brano segnalando le piccole realtà musicali editoriali e produttive che vi hanno lavorato. Infine, altrettanto importante, come accade di avere grande attenzione per la diffusione dei brani in radio e tv, di tenere alta l’asticella di attenzione per i live per fare si che nel post Festival di Sanremo non aumentino i cachet a dismisura degli artisti big di Sanremo per una migliore gestione live che favorisca la scena dei piccoli festival che fanno scouting durante tutto l’anno con le piccole realtà musicali e che possano rimanere fondi per fare festival di due – tre giorni anche con artisti indipendenti ed emergenti e non , come accaduto negli ultimi anni con un pazzesco aumento di cachet, spendere tutte le risorse per un unico concerto di una sera per un big post Festival di Sanremo. Anche armonizzando tale mercato si favorisce la diffusione dei brani del Festival di Sanremo. Incentivando anche le orchestre da ballo, con specifiche azione di sensibilizzazione , ad inserirle nel proprio repertorio reinterpretate per farle conoscere ancora di più”.

Per poi concludere: “Disponibili a collaborare per una maggiore valorizzazione della scena musicale del nostro paese, restiamo a disposizione, mettendo la nostra competenza, passione, risorse a favore di una kermesse ancora più radicata nel territorio del paese che costruisce la nuova musica del futuro”.