Russia: è caccia ai gay. IMMAGINI FORTI (VIDEO)

In Russia, nel 2014, è ancora caccia ai gay. «Li annienterei tutti. Quegli inetti e dementi senza coraggio non sono uomini. Quando coi miei amici li vediamo volano ceffoni, li prendiamo a calci e gli sputiamo addosso. Di tanto in tanto gli uriniamo anche in testa, per depurarli dalla loro malattia». No, non sono parole di una guardia SS in preda alle sue schizofrenie contro gli ebrei, quella razza, che secondo Hitler non sarebbe dovuta mai esistere, e non sarebbe stata degna di vivere. Stiamo invece parlando, ahimè, ma che dico? ahiNoi, di un semplice ragazzo 22 enne di Kurgan, una città russa.
Andrey, così si chiama, vorrebbe annientare tutti i gay esistenti sulla terra; la sua feroce avversione contro gli omosessuali è un po’ nota a tutti in città. Ma non è l’unico in Russia dove, negli ultimi anni, sono sempre di più i movimenti repressivi contro le comunità LGBT (per intenderci, lesbiche, gay, bisessuali e trangender). Si autodescrivono come “movimenti pro-famiglia”, sostengono di difendere i valori della madre patria russia e descrivono i gay come persone “antropologicamente deviate” che pretendono di avere gli stessi diritti degli altri. In perfetta sintonia con la Duma che l’estate scorsa ha varato una legge per la quale è persino vietato affrontare in pubblico il tema-gay.
Ma in fondo, che sciocchi questi gay! Vogliono, pensate un po’, gli stessi diritti di tutta l’umanità. Ciò che è più grave è che le gang antigay non sono assolutamente illegali, anzi. In Russia il presidente russo Vladimir Putin ha cominciato da tempo una strategia mediatica antiomosessuali. Prese di posizione che hanno smosso le reazioni anche del presidente americano Barack Obama, che ha lanciato un appello contro le discriminazioni.
In Russia esistono 445 gruppi registrati on line per combattere attivamente la comunità LGBT. Si spartiscono il territorio in diverse città, collaborano tra loro e sono composte in media da ragazzi tra i 14 e i 30 anni, che vanno in giro seminando il panico. Alcuni si occupano di scovare sulla rete i pedofili (spesso ambiguamente equiparati ai gay, cosa che ha fatto di recente lo stesso Putin); mentre altri dà la caccia ai teenager che cercano prestazioni sessuali con i più anziani in cambio di denaro. Complessivamente i membri che in Russia hanno deciso di aderire sia pure solo virtualmente a questi movimenti violenti contro i gay sono oltre 200 mila. Un recente sondaggio mostra come tre russi su quattro non accettino l’omosessualità. Il 5 per cento crede che i gay vadano «liquidati.». L’85 per cento è contro il matrimonio fra persone dello stesso sesso, mentre il 34 considera l’omosessualità una malattia.
I gruppi anti-gay sono diffusi nelle città di tutta l’estesa Russia. Organizzano “spedizioni punitive” che vengono regolarmente filmate e poi postate su Internet. Senza che le autorità intervengano per quella situazione consenziente che si è creata tra il potere centrale repressivo e le gang violente: con metodi diversi, sia chiaro, ma tutti uniti per lo stesso scopo. Il materiale viene successivamente postato su YouTube, e quindi reso pubblico col preciso obiettivo di annientare la vita dei gay presi di mira, molti dei quali sono obbligati a cambiare residenza o persino vita. «Creare una unione di russi sani e genuini, in grado di ribaltare l’attuale degrado sociale». Parole da brivido queste che sono l’obiettivo dei movimenti, che trova terreno fertile con il regime di Putin.
Ora quello che è strano è che sono anni che parliamo di apartheid, di separazione razziale ingiusta, istituiamo la “Giornata della memoria” in ricordo degli ebrei, ci emozioniamo guardando le immagini terribili di Auschwitz e ci scende la lacrima guardando Benigni ne “La vita è bella” o “Il bambino con il pigiama a righe” ma…ci sono persone nel mondo che ancora discriminano, uccidono, solo per la diversità di alcune persone, gay, trans, lesbiche che siano, ma sempre persone, che vogliono solo vivere come tutti gli altri, nella felicità che tutti desidereremmo raggiungere. Tutto cio’ non ci appartiene per fortuna, non appartiene all’Italia; noi abbiamo il primato negativo per altre questioni e lasciamo ben volentieri queste faccende per niente desuete alla Russia. E non vogliamo dire nemmeno che tutto cio’ assomiglia un po’ al regime nazista, non sia mai. Però inviteremmo volentieri a riflettere.